Mario Iannino


In confidenza

Nello studio.


Scrivere di se' e dare un'impressione positiva a chi legge non e' difficile. E' sufficiente mettere nero su bianco gli eventi positivi e sublimarli un po'. Condire con metafore erudite e aneddoti sagaci alcuni momenti vissuti. Enfatizzare legami, incontri importanti, partecipazioni a eventi e il gioco e' fatto. Ma io la penso diversamente. Amo sperimentare! L'ovvio mi deprime. Mi da' noia al pari se non peggio dei lavori lisciati, falsamente accademici, di maniera. Pitture o sculture ruffiane tirate su in serie al solo scopo di trovare compratori. Lavori fatti da scaltri personaggi con un minimo di conoscenza per gli ignoranti in attesa della "sensazione". Gente che non ama l'arte, la ricerca, ma i soldi e la vanagloria. Per ovviare al decadentismo culturale che relega i linguaggi artistici della visione a mere suppellettili, ma principalmente per amore della cultura che apre le menti ai linguaggi della visione, nel 1986 apro le porte dello studio ai giovani e inizio dei percorsi d'arte figurativa. Organizzo e avvio stage, esposizioni d' arte; curo gli allestimenti e i cataloghi delle mostre degli allievi.


studio Iannino 1992

1996


Come accennato:nel 1996 collaboro con la Fondazione Betania, in Catanzaro e organizzo percorsi riabilitativi visivi per persone con disabilita'. Nascono i progetti "Murales, dall'acqua la vita" e "Arte & artigianalita'". Progetto plastico il secondo e grafico/pittorico il primo. In entrambi i progetti, i diversamente abili, coi loro tempi e la loro manualita', coadiuvati da alcuni allievi dello studio d'arte e da operatori della Fondazione, sotto la mia supervisione, sovvertono i preconcetti granitici dei normodotati. Nel 1999, il 1 febbraio, in Campidoglio ricevo un riconoscimento gradito: "Personalita' Europea 1998" per l'arte, dal Centro Europeo per il turismo, lo spettacolo e la cultura di Roma. Tralascio volutamente di ricordare ulteriori partecipazioni a fiere, mostre e citare personalita' note. Preferisco lasciare parlare i miei lavori, frutto di una costante ricerca in quanto, come gia' accennato: ritengo il lavoro artistico patrimonio culturale della collettivita'. Ovvero: prodotto che giova fortemente alla mente e al corpo dell'intera umanita'. il resto e' aria fritta! Per tenere fede alle mie convinzioni e per vivere ho fatto l'operaio, il tecnico, l'impiegato, il Docente. E tra un graffio, una pennellata e un assemblaggio pubblico testi di narrativa, cataloghi e libri d'arte, recensisco esposizioni artistiche e, quando capita, collaboro con enti pubblici e privati. Ho avviato anche laboratori creativi nel territorio catanzarese. Gli studi e le proposte sperimentali realizzate in Villa Betania (S. Maria di Catanzaro) tra il 1996 e il 1997. Sono divenuti pietre miliari. L'interazione tra gli ospiti della struttura riabilitativa, gli operatori e gli allievi dello studio, l'esperienza in toto e' stata una tappa importante per la mia crescita interiore. Il fare creativo, l'esternare poetiche "visionarie" e' un'esperienza umana catartica, un'azione inarrestabile, contagiosa, carica di empatia!

Note d'autore, note d'artista

Come in tutti i siti web che si rispettano anche in questo, realizzato interamente da mia figlia Manuela, e' necessario che l'intestatario dia qualche notizia strettamente personale. Qualcosa di veramente intimo. Non per mettersi in vetrina da vanesio ma per far conoscere le intenzioni vere, quelle che solo gli intimi riescono appena a intuire o conoscere con certezza. Inizio col dire le ovvieta' note: sono nato nel '53 in un piccolo paese del catanzarese: Palermiti! Li' tra le vecchie case e la campagna circostante rimangono indelebili i ricordi piu' belli anche se, lo dico a malincuore, una serie di vicissitudini hanno spinto la mia famiglia a spostarsi negli anni sessanta nel capoluogo calabrese e, lentamente, a disperdersi. Ho zii, cugini, nipoti, fratelli e sorelle sparsi per il mondo. Sara' per questo che mi sento elettivamente vicino a ogni migrante? Ma torniamo a noi: le radici col paese natio rimangono ben salde durante l'infanzia, lo confermano i miei lunghi soggiorni estivi. E' alla fine degli anni '80 che le visite iniziano a diradarsi. La vita riserva incognite e impone strade che prescindono dalla volonta' individuale e che si devono percorrere nonostante noi. Complessivamente le mie presenze in paese furono assidue grazie alla saggezza di mia madre, donna importante per la mia formazione che, sensibile alla crescita emotiva dei figli, sapeva tessere e irrobustire i legami parentali. Come accennato poc'anzi, nei periodi estivi, quando le scuole chiudevano i battenti e le campanelle tacevano, le mie estati trascorrevano li' serene ma con l'obbligo di continuare a parlare in italiano bandendo il lessico autoctono e questo mi rendeva alieno agli occhi dei vecchi compagni di gioco. Anni sessanta, quindi. Da "forestiero" ma con gli amici storici consolidati, pochi a dire il vero giacche' avevamo cambiato residenza e idioma, la reintegrazione subiva comprensibili iati a causa delle pause temporali imposte dalla frequentazione scolastica e la fine degli studi, quando, cioe', facevo ritorno dal collegio e respiravo aria di liberta', a volte sentivo i paesani bisbigliare e porre interrogativi circa l'appartenenza parentale del nuovo arrivato. Senza nostalgia ma con un senso quasi romantico del tempo passato ricordo i bagni nelle pozze della fiumara: "nto gugghju", termine dialettale che indica una bolla d'acqua piu' profonda rispetto all'alveo del torrente e che sembra ribollire per il turbinio generato dall'afflusso dell'acqua. Le scorribande tra i boschi. I ricci delle castagne e il metodo per aprirle coi tacchi senza pungermi. La raccolta dell'uva. L'odore del mosto. Le scorpacciate di ciliegie e di fave fresche, il sapore dei ceci appena strappate dalla pianta e ogni tipo di colture estive. E come non ricordare la trebbiatura! L'odore del grano e delle balle di fieno, della terra bagnata, le gocce di brina e dell'erba falciata. La dolce polpa dei fichi, il latte e le foglie urticanti. C'erano pure le puntate invernali. Le provviste di carne insaccata e affumicata e l'odore del buon pane appena sfornato. Si'. decisamente ho trascorso bei momenti... mi piaceva ascoltare il sussurro del vento. Il fruscio delle foglie degli alberi, il gorgoglio dell'acqua e le sue trasparenze. Il raglio dell'asino; il grugnito dei porci. M'immergevo e traevo energie dalla natura. E poi, a sera, scarabocchiavo pagine e pagine di quaderni per custodire le sensazioni. I diari intimistici vergati con l'inchiostro sulla carta non li ho piu'. Mentre quelli immagazzinati nell'intimo sono sempre presenti e indelebili. Un po' sublimate, forse. Potenza della scrittura creativa! Terapia. Disegnare mi rilassava!, l'effetto terapeutico continua anche adesso. Entravo e continuo ad entrare ogni qualvolta scarabocchio qualcosa in uno stato di quiete interiore. Dimenticavo, e dimentico, le piccole controversie, le amarezze e la solitudine imposta dagli eventi. Poetica creativa. Ogni cosa diventava catarsi. Persino i giorni e i mesi trascorsi lontano dagli affetti familiari erano resettati, ibernati fino ai preparativi per la ripartenza. Il viaggio per Napoli e i rientri in collegio erano stressanti. E' una tappa obbligatoria!, per la costruzione del tuo futuro! Cosi' mi dicevano i grandi tra gli abbracci durante i commiati; e con queste parole d'incoraggiamento salivo in macchina e quindi sul treno e rientravo in collegio. Poi, finalmente, la mia vita prese una piega inconsueta, non piu' scandita da regole e orari. Ritrovai la liberta'! Agli inizi degli anni settanta fui libero del mio tempo. Girovagai per strade, librerie, gallerie, cinema. Non sapevo ancora cosa volessi ma cercai. Cercai ... e trovai! Consapevolmente. Dopo numerosi anni di ricerche e studi attorno ai linguaggi dell'anima e dopo avere lavorato pazientemente in fucina: Nel 1986 apri' lo studio d'arte di via Bezzecca nel quartiere Corvo di Catanzaro e accolsi i giovani e quanti amano la pittura avviandoli alla conoscenza e all'apprendimento delle tecniche pittoriche. Insieme a un gruppo di allievi attuai progetti culturali socializzanti. Nel 1996 la dirigenza di Fondazione Betania in Catanzaro mi propose e conferi' l'incarico per una collaborazione coordinata e continuativa atta ad iniziare i disabili alla pittura. Nacquero cosi' i progetti: Murales: "Dall'acqua, la Vita!", "Arte & Artigianalita'" e "Cascata con Laghetto, ninfee e...".